giovedì 18 novembre 2010

Chi gioca con il clima...?

QUANDO FAR PIOVERE DIVENTA UN PROBLEMA!
DEL TIPO NON SEMPRE IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI!!!
Chi di noi non si è accorto che in questi ultimi anni le precipitazioni sono aumentate?
Chi di noi  non ha pensato " si ma piove troppo?"

UN SISTEMA CHE HA PIU' DI 50 ANNI - Il meccanismo è utilizzato dal 1946, quando uno scienziato americano, Schaefer , disegnò nel cielo l'iniziale del suo nome, seminando ghiaccio sul cielo di New York. Da allora in tutti i paesi del mondo sono stati sviluppati programmi di inseminazione delle nuvole, con risultati tali da porre questa tecnica tra le più consigliate dall'OMM. In Israele, in particolare, un programma operativo è in vigore dal 1961, gestito dalla EMS, società controllata dal Mekorot, la Compagnia nazionale delle acque. La stessa Lega Araba ammette che il sistema funziona: da un lato non avendo mai chiesto agli israeliani di interrompere il servizio per il timore di un "furto d'acqua", dall'altro riconoscendo che anche in Giordania e Siria si sono sentiti gli effetti positivi delle semine. E proprio dagli israeliani i tecnici italiani hanno ripreso tecniche e sistemi, sviluppandoli fino a superare i maestri, sembra. Anche se, come sempre, pare che nessuno possa essere profeta in patria.
Massimo Bartolelli
Presidente della Tecnagro, il professor Bartolelli non si nasconde certo dietro le parole. «Tutto è fermo dal '96 in poi, anche se nella legge Galli era chiaramente indicata questa tecnica come fondamentale per contribuire alla soluzione dei problemi idrici del sud d'Italia, dove l'agricoltura perde ogni anno migliaia di miliardi di lire a causa dello stress idrico. Non dico che la stimolazione della pioggia possa risolvere completamente il problema, ma è certo che ogni anno può far risparmiare almeno alcune centinaia di miliardi di lire. I rilevamenti fatti sulle nostre attività in Puglia, Sicilia e Sardegna indicano un aumento certo della piovosità: quasi quattro volte più pioggia nelle aree trattate rispetto a quello di controllo. Eppure, nel 1996 il governo ci ha tagliato anche i pochi fondi che ci aveva messo a disposizione per la sperimentazione iniziata nel 1985: stato e regioni avevano contribuito con circa dieci miliardi di lire, noi con quasi sette. Fortunatamente ora il nuovo ministro sembra deciso a farci ripartire. Peccato che adesso si debba praticamente ricominciare da capo, ricostruendo lo staff di tecnici e piloti e riadattando le tre basi di Bari, Trapani e Alghero, chiuse da anni. Le spese? Diciamo che un centro come quello di Bari costa 6-7 miliardi per essere messo in piedi con strutture in grado di funzionare per 12-15 anni: le spese di gestione si aggirano sui 4-5 miliardi l'anno. Di lire, naturalmente, non di euro».
- E se qualcuno, magari, volesse accusarlo di pensare soltanto al Sud (anche se di questi tempi la siccità sembra colpire di più a settentrione), Bartolelli ribatte con gli studi e gli esperimenti fatti per risolvere un altro annoso problema, questa volta del nord: la nebbia. Sì, perchè sembra proprio che, stavolta studiando i russi, gli uomini della Tecnagro abbiano sviluppato un sistema per diradare quanto meno quella fredda, cioè la più pericolosa e diffusa. «I russi - racconta Bartolelli - lo consideravano un segreto militare. Dopo la caduta del muro ci hanno detto tutto. Azoto liquido: quando apri una bombola quello istantaneamente se esce fuori, passando da meno 200 gradi alla temperatura ambiente, sottraendo calore dai dintorni. In questo modo le goccioline di nebbia si raffreddano e cadono, sgomberando in un attimo la vista . Loro la usano da anni all'aeroporto di Mosca, al costo di 80 mila lire al giorno. Noi abbiamo provato a Parma e funziona perfettamente. Volevamo sviluppare un sistema per le zone più a rischio delle autostrade, ma non c'è un cane che ci voglia aiutare. A parole tutti pronti, ma nei fatti... E dire che qui si tratterebbe non di un risparmio economico per il sistema aeroportuale, ma di un risparmio di vite umane».
DIRADARE LA NEBBIA
 articolo di Marco Del Freo.

Una mia conclusione:
Non è che il progetto della Tecnagro sia stato accantonato per qualcosa di più grande?
Di qualcosa  tecnologicamente più avanzato?
Del tipo:

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